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Patrizzi). Filosofo e letterato italiano. Dopo aver compiuto i primi studi a Padova e a
Venezia, intraprese numerosi viaggi all'estero; in seguito esercitò
l'insegnamento a Ferrara (fino al 1592) e a Roma. Importante rappresentante del
Rinascimento italiano,
P. sviluppò un pensiero di ispirazione
platonica ed elaborò una puntuale critica dell'Aristotelismo e della
Scolastica, in particolare nell'opera
Discussiones peripateticae (1571),
proponendo piuttosto un ritorno al Platonismo nella direzione già
indicata da Ficino e da Pico della Mirandola. Il sistema filosofico di
P.
è imperniato sull'idea di Dio concepito come Uno e Bene, dal quale gli
elementi del cosmo derivano per diffusione e al quale si può tornare solo
mediante un atto di amore; la conoscenza stessa consiste anzi in un ritorno alle
origini del tutto, cioè a Dio.
P. si occupò anche di
poetica e di retorica, confutando anche in questo campo l'imperante
Aristotelismo e il concetto di arte come mimesi che ne derivava, affermando al
contrario che la poesia nasce non dal rispetto delle regole ma da una sorta di
"divino invasamento" (
Della retorica, 1562). Fra le numerose opere di
P. si ricordano ancora:
La città felice (1553), testo che
si inserisce nel filone degli scritti utopistici;
Eridano (1558),
poemetto in lode degli Estensi;
Dialoghi de la historia (1560);
Della
nuova geometria libri XV (1587), di argomento scientifico;
Nova de
universis philosophia (1591), che nel 1597 fu condannata all'Indice;
Paralleli militari (1594) (Cherso 1529 - Roma 1597).